io, la signorina e il latte microfiltrato COOP

E quindi rimango con in mano questa confezione vuota di latte COOP parzialmente scremato e microfiltrato e guardo i contenitori per il riciclo che io e ce abbiamo fatto in casa e penso tra me e me, eh questo dove cazzo lo metto, perché la confezione del latte microfiltrato della COOP è fatto di tetrapack, che va genericamente nella carta, ma quei geniacci della COOP hanno fatto tutta la parte alta della confezione di plastica, bianca come il latte. Resto a fissare il contenitore della carta, poi quello della plastica e poi guardo ancora la confezione COOP, che come tutte le confezioni COOP è molto Amica Del Consumatore (da ora in poi ADC), essenziale, colori primari, molto occidentale, nordeuropea e soprattutto razionale, trasuda una razionalità onesta che sembra volerti dire, ehi amico acquirente, noi non ti prendiamo in giro perché sappiamo che sei intelligente.
Se compri COOP sei intelligente.
Io ci casco sempre, se poi c’è anche la scritta BIO è fatta, sono fottuto.

Comunque, a un certo punto vedo, a fianco di vari simboli che mi dicono che i prodotti COOP sono realizzati senza discriminazioni né sfruttamento del lavoro, e che i prodotti COOP sono valutati e approvati dai soci consumatori, lì a fianco vedo una scritta fondo nero, più complessa, con scritto COOP PER L’AMBIENTE. E’ poi c’è scritto COS’E’ e DOVE, e in mezzo a queste scritte c’è scritto che il corretto recupero di questo contenitore dipende dal sistema di raccolta del tuo comune, e per saperne di più dovrei telefonare al numero verde 800805580 e io penso, eh bravi telefonare al numero verde e intanto prendo il telefono è faccio il numero.

Quindi resto lì tenendo in mano la confezione di latte COOP microfiltrato e nell’altra mano il telefono e dopo un po’ mi risponde effettivamente una signorina, una ragazza che mi dice, COOP servizio consumatori e io mi schiarisco la voce e dico eh salve sono un consumatore in effetti e vorrei sapere come posso fare per lo smaltimento della confezione di latte microfiltrato parzialmente scremato, e la signorina sta zitta un attimo e poi mi dice, eh signor consumatore ma quello dipende dal sistema di raccolta del suo comune e io le ribatto, eh questo lo so c’è anche scritto sulla confezione.

La signorina a questo punto assume un tono un po’ triste. “Eh, ma doveva telefonare al comune per saperlo” mi dice e io faccio “ah” e le dico che da come era scritto pensavo che loro sapessero i vari comuni che tipo di smaltimento che fanno e lei ride e dice che no, loro non lo sanno, che comunque la confezione di latte parzialmente scremato e microfiltrato ha il tappo in plastica, tutto il resto è in tetrapack e può essere messo nella carta.

E io guardo la confezione e mi schiarisco di nuovo la voce e dico, eh no signorina è proprio questo il problema, il vostro latte parzialmente scremato e microfiltrato ha tutta la parte alta della confezione che è di plastica, non solo il tappo, per questo non sapevo come gestire lo smaltimento. Lei sta zitta un attimo e poi dice, guardi signore l’involucro è di tetrapack lo può mettere nella carta, il tappo no, è di plastica, così mi dice, come se io non avessi parlato, e io rimango un po’ di merda e osservo bene la bottiglia e dico, guardi signorina, ho la bottiglia in mano le assicuro che tutta la parte alta della confezione è di plastica, non di tetrapck, è plastica bianca, come il latte. E lei sta zitta per un tempo ancora più lungo e dice di nuovo la cosa di prima, che anche la parte alta è fatta di tetrapack, e che solo il tappo è fatto di plastica. Non è che mi contraddice, fa come una sua affermazione distinta dalla mia. Io poso la bottiglia, mi porto le dita della mano alla sorgente del naso e chiudo gli occhi e dico, fermo ma cortese, signorina le GIURO che la parte alta di questa confezione del cazzo di latte microfiltrato del cazzo è fatta di plastica, mi creda che a quarant’anni riesco a distinguere il tetrapack dalla plastica, quella in alto è plastica, si vede anche l’attaccatura della plastica al tetrapack. Plastica, tossica, bianca, morbidosa plastica bianca. No tetrapack. Plastica.

E lei, la signorina, fa una pausa ancora più lunga e poi mi dice, signore io la capisco, ma io le sto leggendo solo quello che ho scritto qua. E me lo dice con un tale candore, con una tale umana miseria di chi per mestiere deve leggere delle cose scritte qua, dove per qua mi immagino uno schermo con un database di prodotti intelligenti coop, ecco che io dico, va bene signorina la ringrazio, in fondo la telefonata era gratis. Poi lei mi chiede come mi chiamo, io lo dico, mi chiede da dove chiamo io lo dico e poi ci salutiamo così, senza un abbraccio.

Poi prendo le forbici e lo sgozzo, quel prodotto COOP così intelligente.

11 pensieri su “io, la signorina e il latte microfiltrato COOP

  1. oltre al fatto che il tetrapack NON si può mettere nel riciclo della carta, anzi, solo in alcuni (pochissimi) Comuni è in atto il servizio per il riciclaggio del tetrapack. Numerosi gli articoli in ret al proposito.

  2. Del tetrapak viene recuperata solo la fibra (carta) tramite un processo chimico atto a separarla dagli altri 2 elementi (alluminio e plastica).
    Nel caso specifico, il contenitore può essere smaltito nei contenitori della carta (ove il comune lo prevede) anche con la parte superiore in plastica, dove di fatto verrà poi eliminata dal normale processo di riciclaggio.
    Francamente ignoro se dopo l’estrazione della fibra il materiale plastico e l’alluminio vengano a loro volta recuperati, ma temo che date le piccole quantità e per una questione di costi, queste vengano eliminate.

  3. la plastica non è tutta uguale. Tra le più riciclabili ci sono il PET delle bottiglie e il PE-HD (polietilene alta densità) di cui sono fatti i tappi svitabili: basta macinarlo a granelli ed è già materia prima. Altra plastica viene riciclata a valle di un processo di separazione, come il PE-LD (poletilene bassa densità) di cui è fatta anche la parte alta del tuo brick e presente (20%) nella parte di poliaccoppiati dei tetrapack (latte-vino-succhi-passate-acqua-etc). Gran parte dell’altra plastica come il polistirolo dei piatti e bicchieri usa-e-getta e delle vaschette del fresco da supermercato si ricicla come fonte di calore (combustibile per inceneritori). Conclusione per la tua bottiglia: tappo pregiato da una parte (se vuoi anche Croce Rossa, che li raccoglie per rivenderli) e resto nel carta/cartone. Ovviamente dopo aver risciaquato l’interno dal latte residuo.

  4. da quel che so io i contenitori di latte coop (compreso il microfiltrato) si chiamano tetratop, e sono un prodotto tetrapak che si ricicla esattamente come gli altri terapak… a bologna, ad esempio, con la carta. Tutte i tipi di confezioni tetrapak hanno una percentuale di plastica, per cui non c’e’ niente di strano nel prodotto da te acquistato.
    ciao
    roberto

  5. Dopo anni risulta ancora accesa la discussione
    Sta sera io e la ia morosa abbiamo acceso lo stesso teatrino che poco minuti fa ho rivisto nel caro amico e la signorina del tetrapack ……innanzi tutto stringo la mano perchè è vero la Co op ha toppato.

    Che senso ha buttare un contenitore che poi verrà lavorato e separato dalla plastica per farne poi al massimo un combustibile
    quando farlo a sto punto tutto in plastica risolvi il problema e lo recicli al 100 per cento??
    Complimenti al call. Center servizio consumatori ……i soliti medioman!!

  6. io compro latte coop che si vende in bottiglie di plastica, bianca e morbida, il materiale è chiamato tetra top… cove lo metto??? Abito a Roma

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