alcune cose che so dei cavedi

ho abitato koch in un grande condominio, la gente non ha idea di quanto possa essere grosso un condominio, intendo la gente che odio, non conosce se non per sentito dire queste cose enormi, sono come delle dighe costruite sui rilievi sul bisagno e sono dighe del niente, non c’è nessuna massa d’acqua da fermare, sono enormi cosi di cemento che qualcuno ha fatto costruire per metterci dentro tanta gente, oggi ti voglio parlare del cavedio, wikipedia ci viene in aiuto ci dice che nell’architettura moderna il cavedio – denominato talvolta anche chiostrina, vanella o pozzo di luce – indica il cortile di piccole o di piccolissime dimensioni, che serve prevalentemente a fornire aria e luce a locali secondari (bagni, gabinetti, disimpegni, servizi etc.) eccetera, il cavedio, koch, è in realtà un vuoto

non è qualcosa ma è un non-essere

il cavedio è un foro che nessuno può vedere di solito le centinaia di finestrelle che si affacciano nel cavedio non si affacciano, sono piccole finestrelle con i vetri opachi da cui fuoriesce l’odore di sudato, l’odore di feci, il vapore dell’acqua scaldata, nessuno apre una finestra sul cavedio per vedere i propri vicini, le fineste sul cavedio sono come le zecche sulla schiena, sono lì a succhiare e nessuno se ne preoccupa, il fondo del cavedio è la porta dell’inferno, io ci sono stato una volta, sono sceso al piano terra o ho trovato questa porticina metallica che portava nel cavedio, al piano terra

c’erano dei resti umani

cicche di sigaretta, carta macerata dalla pioggia, calze, pezzi di inquilini, tutto era coperto di una sporcizia che non si poteva pulire perché il pavimento era ruvido, rugoso, non era nato per essere pulito, era nato per non esistere. nel cavedio il silenzio era assoluto, alzando la testa vedevo le ferite grigie sui muri, le zecche socchiuse che respiravano l’aria viziata del condominio.

in cima a tutto c’era un cielo ma in questo inferno mancavano le scale per salire, nessun girone, si poteva solo stare nel centro del condominio di cemento, sentire le persone lontanissime che si muovevano nei loro appartamenti e capire i lenti cedimenti strutturali interni

dico quelli che avevo dentro e che ancora oggi mi schiacciano koch

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